In bici dal Piave ai Sibillini: giorno 5

26 Luglio 2017: Inizia la salita

Dopo la fantastica serata è tempo di ripartire da Colle Ameno. Sveglia alle 5.00 per pedalare nelle ore più fresche di Luglio, sapendo già che ci aspetta solo salita oggi.
Le nostre gambe vanno alla grande! La giornata di riposo con la pastasciutta antifascista ci voleva proprio!
Siamo al quinto giorno, la fame si fa sentire sempre più, e dopo un ora di salita ci fermiamo in un bar/panificio per recuperare energie con una bella colazione (si, abbiamo ceduto a questa tentazione!). In compenso i proprietari del locale, dopo aver sentito del nostro progetto, ci lasciano una scorta di cibo sia per pranzo che per cena!

Il cielo azzurro e i paesaggi fantastici degli Appennini ci fanno affrontare la fatica senza troppe difficoltà, persi ad ammirare la natura che ci circonda.

Nel tardo pomeriggio arriviamo a Porretta Terme, dopo 50 km di salita. Pedaliamo ancora qualche chilometro, per riuscire a trovare un bel ruscello dove farsi il bagno, dato che ci troviamo in zona termale. Ma tutti i ruscelli sono in secca.
Ormai si è fatto tardi e iniziamo a cercare un luogo dove poter passare la notte. Ma ci rendiamo conto di trovarci nella gola tra due montagne, quindi uno spazio pianeggiante dove mettere la tenda è introvabile. I villaggi sono per lo più disabitati. Senza alloggi per forestieri.
Sono le 18.30 e ancora niente.
Vediamo anziani fuori dal bar a giocare a carte. Chiediamo informazioni, sperando che ci offrano un pezzo di giardino per la tenda. Ma ci consigliano “Tanti si mettono lì con la tenda”, indicando un parchetto lungo il torrente, ” è un posto sicuro!”.
A queste parole ci illuminiamo e andiamo dove ci hanno indicato. Vediamo un bel posticino!
Mmh è occupato da un signore anziano con la bottiglia in mano, siamo circondati da vetri di bottiglie rotte. Decidiamo di provare a cercare nel paese successivo.
Vediamo un paesino raggiungibile solo da una strada con una pendenza più rilevante. Quindi, Chiara va alla avanscoperta. Torna giù correndo e dicendo “VIA VIA MUOVITI ANDIAMO VIA“.
Strada facendo spiega cosa è avvenuto: dopo aver chiesto informazioni a un uomo seduto fuori dalla proloco, Chiara si è resa conto che era completamente ubriaco e ha iniziato a camminare per avvicinarsi sempre più a lei.
Il tempo passa, il sole sta tramontando, e siamo ormai arrivati a Sambuca Pistoiese, in Toscana. Da qui la strada continua in salita, senza più nessun villaggio. Iniziamo a perdere le speranze di trovare un posto tranquillo dove dormire.
Ma ecco che Chiara nota un giardino ben tenuto, con altalene scivoli e altri giochi per bambini!
Proviamo a suonare il campanello:
“Dist… Scusi il disturbo” le parole più difficili mai dette dopo 72736383 km di salita.
“Certo sento mio marito e poi vi dico” dice Elena, una giovane donna affiancata da due bambine. “Avete le carte d’identità?”.
Dopo pochi minuti ci invita a salire nell’appartamento con due letti. Ma noi gentilmente rifiutiamo, ci basta un pezzettino di giardino. Non vogliamo disturbare.
Le due bimbe si affezionano subito giocando con Chiara, mentre Marco prepara la tenda.
Elena ci spiega anche che in questa zona vivono gli “Elfi”. No tranquilli non siamo finiti in una casa di pazzi. Ma è vero, inizialmente non si fidava di noi perché credeva che facessimo parte di questa comunità di Elfi, persone che vivono autoproducendosi ciò di cui hanno bisogno per sopravvivere senza nessun rapporto con l’esterno. Ma a volte scendono qui in paese.

Ci accorgiamo che dietro al giardino, c’è un paradiso. Una piscina naturale con acqua di sorgente per poterci dare una bella pulita.
Mangiamo e ci mettiamo subito in tenda, stanchissimi.
Chiara continua a sentire uno strano fruscio vicino la tenda. Che sarà? Un serpente?

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