28 Luglio 2017: Imprevisti
Ci svegliamo con calma e facciamo colazione con Marco, che però deve scappare di corsa a lavoro. E’ stata bellissima la scena in cui, pochi minuti dopo averci salutato ed esser uscito di casa, ritorna dentro dicendo “non posso lasciarvi andar via senza una foto assieme!”. Inizia così il settimo giorno del nostro viaggio in bici dal Piave si Sibillini.
In effetti questa è una cosa che ogni giorno ci promettevamo di ricordarci, ma che ogni giorno ci dimenticavamo di fare!!
Dopo averlo salutato per la seconda volta, finiamo di sistemare i bagagli e usciamo anche noi. Vi ricordate l’ascensore usato la sera prima per portare bici e bagagli nell’appartamento di Marco? Ebbene perché fare tre rampe di scale con mille bagagli e bici quando ci si può semplificare la vita? Così Chiara sommersa dalle borse entra nell’ascensore grande un metro per un metro. Marco: “io ti aspetto giù!”. Tre, quattro, cinque minuti e l’ascensore non arriva.
“mmh le porte non si aprono!” esclama Chiara.
Ma tutto sommato è stato un imprevisto divertente, visto che in una decina di minuti con l’aiuto di un condomine siamo riusciti a sbloccarlo.
Usciamo da Firenze attraverso la stessa pista ciclabile nel parco che avevamo fatto la sera prima. Già dai primi metri capiamo però che le nostre ginocchia sono doloranti, specie quelle di Chiara che è costretta a prendere un antinfiammatorio. Continuiamo con estrema calma, impiegando tutta la mattina per fare i pochi km che ci separano da Montelupo.
Qui ci fermiamo nel parco per tutto il pomeriggio, mangiando e dormendo. Riusciamo pure a bere un caffè che ci ha portato Mirko, un ragazzo del posto che ci aveva contattato tramite Facebook.
Siamo consapevoli che non riusciamo a fare molti km ancora, e parlando con Mirko cerchiamo di capire dove potremmo passare la notte. Ci spiega che c’è un bel parco tranquillo, non molto lontano, ad Empoli.
Arrivati al parco, mangiamo e aspettiamo il tramonto facendo slackline. Quando siamo partiti la nostra idea era di fare slackline ogni giorno, anche perché è un bel modo per conoscere nuove persone. In realtà questo è il primo giorno in cui riusciamo a tirarla, e dei ragazzi incuriositi sono venuti a farci compagnia.
Non avendo trovato ospitalità ci rassegniamo a passarla nel parco. Decidiamo di dormire senza montare la tenda proprio per passare inosservati. Ci nascondiamo semplicemente dietro un grande cespuglio, leghiamo assieme bici e bagagli, e ci sdraiamo sui materassini con una coperta.
Mai avremmo pensato di passare una notte in un parco pubblico. L’idea non ci piace molto e non siamo tranquillissimi, però non abbiamo altra scelta, abbiamo provato a sentire due alloggi per pellegrini ma erano entrambi già al completo. Stanchi e doloranti, non impieghiamo molto tempo ad addormentarci anche se siamo circondati da molte zanzare e nutrie.
I risultati si vedranno l’indomani!