Un ragazzo che suona l’ukulele, con un sorriso smagliante, i capelli lunghi, i vestiti vecchi e sporchi. Attorno a lui, seduti per terra, una ragazza con i capelli lunghissimi e un ragazzo con un cappello fluorescente.
In mezzo una bottiglia di vino. Tanti sorrisi, risate, canti spensierati.
Dietro di loro una piccola utilitaria grigia, che per questo viaggio è la loro casa. Ci domandiamo come sia possibile che in un auto così piccola stiano viaggiando tre persone con tutta l’attrezzatura per arrampicare, scorte di cibo, acqua, vino. Appena arrivati aprono tutte le portiere e iniziano a scaricare materassini e sacchi a pelo per dormire, strumenti musicali, fornello e pentole, persino una slackline! Dormono all’aperto, senza una tenda.
Si vede che stanno viaggiando da giorni, e che probabilmente una casa o una doccia calda non la vedono da tempo. Ma rimaniamo incantati dalla gioia e dalla felicità che emanano.
Viaggiatori d’altri tempi, arrampicatori sognatori che sembrano avere viaggiato nel tempo dagli anni 70. Se avete mai provato ad immaginare la massima espressione di felicità, quella che fa brillare gli occhi, ecco, forse è una cosa del genere.
La valle dello Schwarza, dove ci troviamo, già da subito ci ha dato la netta sensazione di assomigliare allo Yosemite degli inizi, pur conoscendolo solo da filmati e racconti.
Ci ha trasmesso subito questa sensazione di libertà, di vita con la natura.
Appena decidono di montare la slackline non possiamo resistere, e corriamo li da loro. “Possiamo fare un giro?”. Per risposta riceviamo un grandissimo sorriso, e un gesto della mano come per indicarci “salite”. Rimaniamo a parlare con loro fino a quando fa talmente buio che la slackline non si vede nemmeno più.
Vengono dalla Repubblica Ceca, e conoscevano già questo posto, non troppo distante da casa loro. Una volta che lo conosci è difficile non volerci tornare.
Anche noi siamo rimasti incantati di questa vallata: ci resteremmo volentieri per settimane, con un fiume cristallino, grandi pareti e alberi maestosi. Purtroppo in questo viaggio abbiamo dovuto fare una selezione di cose da portare via: abbiamo deciso di non portare la corda d’arrampicata, perchè con tutti i vestiti che abbiamo per superare l’autunno nel Nord Europa non sapevamo dove metterla. Sicuramente ci ritorneremo prima o poi.
Ora siamo costretti a ripartire: direzione Carpazi, al confine tra Polonia e Slovacchia. Per arrivare a Capo Nord la strada è ancora lunga, e vogliamo arrivarci prima del grande freddo. Anche se il Grande Nord offre immense emozioni e paesaggi mozzafiato in inverno, preferiamo non trovarci lì in van con il freddo intenso che causa vari problemi al mezzo e che fa ghiacciare la poca acqua che abbiamo per vivere e per lavarci.